"La situazione delle fiere e sagre nel territorio del Basso Ferrarese - spiega preoccupato Massimo Biolcatti,  presidente della sezione territoriale Ascom a Codigoro e Massa Fiscaglia - come in tutta la Provincia, ha assunto dimensioni preoccupanti per i ristoratori. A fianco di sagre che valorizzano i nostri prodotti, il territorio e che quindi hanno ricadute positive su tutto il comparto turistico ricettivo quali ad esempio la sagra dell'Asparago di Mesola, quella dell'Anguilla di Comacchio e del Radicchio di Bosco Mesola, ritroviamo eventi che non si possono nemmeno chiamare sagre e che svolgono attività di ristorazione, sfornando nei soli week end per mesi in aperta concorrenza con i ristoranti, oppure enti che in occasione di festività particolari distribuiscono centinaia di pasti.

"Il tema - prosegue Ascom - va ricercato nella situazione reale nella quale si ritrovano a lavorare le nostre imprese della ristorazione: con costi di gestione altissimi che ogni ristorante si ritrova ogni giorno, dal costo dell'energia a quello del personale, dalle tasse sui rifiuti all'imposizione fiscale tra le più alte in Europa, e questo sia che la sala sia piena o che la stessa sia vuota. A questo si aggiungano gli adempimenti di tipo sanitario, quelli sul lavoro, tributari e amministrativi che ogni giorno le imprese si ritrovano. Quindi il tema è quello della applicazione non uniforme delle regole.  Da tempo e a più riprese la nostra Associazione ha chiesto alle Amministrazioni Comunali di dotarsi di regolamenti semplici, con poche norme che prevedano che chiunque gestisca fiere o sagre o comunque attività di ristorazione per mezzo di enti no profit sia preventivamente autorizzato ed assoggettato alle norme sanitarie, a quelle sulla sicurezza sul lavoro, che la durata non superi le due settimane e che soprattutto alla fine dell'evento renda pubblico il bilancio dell'attività a tutta la cittadinanza. Questo proprio per tutelare e distinguere le vere attività di volontariato, quelle preziose ed indispensabili associazioni che lavorano realmente a favore della cittadinanza - specifica Biolcatti - da ultimo il tema cronico e spinoso dei circoli: attività che diventano sempre più difficili da distinguere rispetto ai pubblici esercizi imprenditoriali perché molti di loro sono collocati nei centri cittadini, magari non hanno un accesso diretto ma leggermente nascosto, magari non hanno scritte esterne di bar ma luminose interne visibili che pubblicizzano bibite o birre, magari riportano scritte di circoli ma l'eventuale tessera è offerta insieme alla consumazione, magari hanno locali riservati ai pochi soci e locali aperti indistintamente a tutti. In tutti questi casi la stragrande maggioranza di quei circoli è accomunata da un'unica logica, quella di far concorrenza ai bar regolari senza pagare certamente l'importo pesante in termine di tassazione che invece devono sostenere i pubblici esercizi. In questo periodo, con migliaia di posti di lavoro a rischio nelle  PMI , occorre intervenire con urgenza  - conclude il presidente Biolcatti - e mi rivolgo in particolare ai candidati alle imminenti elezioni Amministrative". 
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